Gay & Bisex
15 anni
di cris35
18.07.2020 |
34.654 |
10
"Suono il campanello e mi apre, arrivo su ed entro, sua mamma mi incrocia all’ingresso e mi saluta farfugliando qualcosa sul fatto che avesse delle..."
Quanto accaduto qui di seguito, risale ad una trentina di anni fa, prima adolescenza, primi forti pruriti giovanili, prime esperienze con l’altro sesso, e non solo….ed è il seguito di una altro racconto che ho già scritto…Vi racconto questa storia al presente, per farvi vivere le emozioni che ho vissuto io ormai un bel po’ di tempo fa…
Dopo aver cominciato le superiori, con Marco ci si è persi un po’ di vista, abbiamo scelto due scuole completamente diverse, io sto facendo ragioneria, lui un professionale con indirizzo meccanico.
I nostri incontri sono gradualmente scesi, se prima almeno tre volte a settimana riuscivamo a vederci, adesso, che siamo a quasi a fine anno scolastico, riusciamo a malapena a trovarci ogni quindici giorni, di conseguenza anche i nostri giochi e la nostra intimità è scemata.
Oggi stranamente mi ritrovo senza compiti per casa, senza niente da ripassare perché a scuola abbiamo già fatto le ultime verifiche e i professori stanno interrogando gli ultimi alunni per farli recuperare, io, per fortuna mia, questo primo anno, lo passo indenne, senza il rischio di essere rimandato a settembre…
Sono disteso a letto, non penso a niente, perché niente ho da fare, quando un flash mi passa per la mente, la mano di Marco che mi prende il pene e mi masturba, al buio, e mi fa venire…
Subito un’erezione si fa prepotente in me, inizio a toccarmi da sopra i pantaloncini, ma sento che non mi basta, e non è la stessa cosa dell’altra volta, mi alzo, guardo dalla finestra, riesco a vedere il palazzo dove abita Marco da camera mia, le tapparelle sono su, quindi è a casa, esco dalla camera, chiedo a mia mamma se posso chiamare Marco a casa per poter andare da lui a giocare, prendo il cordless, compongo il numero, tre squilli e la sua voce roca mi risponde forte e svogliata…
“Marco, sono Fede, oggi hai da fare, ti va se passo a trovarti, così ci vediamo un po’ che è da tanto che non stiamo assieme?”
Un attimo di silenzio dall’altra parte mi fa pensare che si sia stancato di me e, sapendo che ha una fidanzatina, inizio a convincermi che per le nostre scoperte ormai non ci sarà più tempo…
“Ok, ti aspetto alle quattro, vestiti comodo.”
Poche parole ma che in me hanno riacceso quel fuoco che si stava lentamente spegnendo.
Rendo partecipe mia mamma dei miei piani per il pomeriggio, lei ormai si è rassegnata a non avermi più a casa il pomeriggio, e con fare sconsolato mi augura buon divertimento e mi dice di non fare troppo tardi.
Pantaloncini corti e maglietta mezze maniche, scarpe da ginnastica, questo il mio abbigliamento, è giunto il momento di andare da Marco, mi sento carico e motivato, e corro anche se per soli cinquanta metri, verso casa sua. Suono il campanello e mi apre, arrivo su ed entro, sua mamma mi incrocia all’ingresso e mi saluta farfugliando qualcosa sul fatto che avesse delle commissioni da compiere e che fosse dispiaciuta non poter stare con noi, io Marco ci guardiamo e fingiamo di essere rammaricati per questo spiacevole contrattempo….
Con Marco ci dirigiamo verso la dispensa per fare merenda, cominciamo a raccontarci le novità dell’ultimo periodo in cui non ci siamo visti, commentiamo positivamente l’arrivo della fine della scuola, anche lui sarà promosso, quindi in questi giorni è tranquillo come me, gli chiedo della sua ragazza, non mi racconta poi molto di lei, io non la conosco perché non è del quartiere, la posso solo immaginare, intanto finita la merenda ci sediamo sul divano, la televisione accesa su Italia 1 dove trasmettono Holly e Benji, ci imbamboliamo a guardare penso uno dei più bei cartoni animati che abbiano mai fatto, qualche timido commento giusto sulla lunghezza del campo da calcio e sul fatto che per far finire una partita occorressero almeno due puntate….
Lo sento più distante del solito, io rimango sempre il più timido dei due e quindi non so che dire, ma da oggi mi è rimasta la voglia, la voglia di sentire la sua mano, come l’anno scorso…
Prendo coraggio, mi avvicino, un po’ alla volta, lui è sbracato sul divano, veste leggero come me per via del caldo, gli metto un dito dentro l’orecchio per cominciare a stuzzicarlo e ad infastidirlo, una volta, poi un’altra, mi prende la mano e mi scaccia da lui, mi distende sul divano e nel farlo mi cade sopra, mi guarda e mi manda a quel paese, col sorriso, la sua gamba poggia sopra il mio pene, che al contatto diventa di marmo, lui se ne accorge, rimane zitto un istante, con un filo di voce gli sussurro….sintomi?
Si alza, mi di dice di seguirlo, andiamo in camera sua, si distende sul letto, e inizia ad inventare una storia, lui è il paziente e io il medico, mi dice che è nel mio studio per farsi visitare, che ha un dolore al fianco e non capisce cosa possa essere.
Il suo sorriso e la sua energia mi rincuorano, ho pensato per un attimo che non volesse più avere a che fare con questi giochi, ma mi sbagliavo evidentemente…
Usando un tono profondo inizio a fargli delle domande su che tipo di dolori avesse e in che zona del corpo, e così inizio ad appoggiare la punta delle dita sul suo petto, poi scendo, l’addome scolpito, poi verso il fianco, lui che continua a dirmi un po’ più giù ad ogni tocco, oramai sono arrivato all’inguine, mi blocco, vedo il suo disappunto, mi impettisco e gli ordino di spogliarsi dei pantaloncini e degli slip, che vestito così com’è adesso non riesco a visitarlo.
Lui si alza, velocemente abbassa la tapparella, tiene la luce spenta, e si spoglia, si distende nuovamente e mi dice di essere nelle mie mani, che non sopporta più il dolore e che in qualche modo devo farglielo passare.
La mia mano si appoggia all’inguine, anche se siamo in penombra, vedo chiaramente la sua erezione, la ricordavo più contenuta, adesso che gli sono anche vicino, mi sembra enorme, anch’io sono eccitato dentro i miei pantaloncini che a fatica riescono a contenermi…
Tasto tutto attorno al suo pene, senza toccarlo, sento il suo corpo spostarsi seguendo i miei movimenti, come se volesse che glielo prendessi in mano, ma ho deciso di farlo aspettare ancora un po’…
Gli chiedo e non so con che coraggio, se avesse mai raccontato alla sua ragazza di questi nostri pomeriggi, e se avesse mai giocato con lei in questo modo, mi dice che questo è il nostro gioco e che nessuno ne è al corrente, e che la sua fidanzata non ha ancora mai voluto nemmeno prenderglielo in mano, che si vergogna a fare certe cose e che vuole tempo, lo stuzzico ancora un po’, premo un po’ a destra e un po’ a sinistra, avvicino la faccia per vedere la reazione del suo pene, perché sebbene non lo stia toccando, lo sfioro con l’avambraccio, lo sento duro e voglioso, sento Marco respirare velocemente, appoggio la testa ormai sul suo addome, sono incantato a guardare quel cazzo che avevo solo tenuto in mano poco oramai l’anno scorso, lo vedo pulsare, lo prendo in mano, finalmente, gli parlo, gli chiedo se così va un po’ meglio, se il dolore si sta alleviando, Marco non proferisce parola, il suo corpo parla per lui, il bacino segue il movimento della mia mano, lo sento caldo, duro, eccitato, il pensiero di essere io a regalargli questo piacere, mi lusinga, e mi eccita, sento la mano di Marco sulla mia testa, lentamente fa forza su di me, non ci siamo mai spinti in questo tipo di giochi, ma sembra così naturale, anche se cerco di fare resistenza, cedo fintamente alla lieve forza che il mio amico impone, tengo ben saldo il suo pene con la mano, mi avvicino, schiudo le labbra appena prima del contatto, labbra che seguono il contorno della sua cappella, labbra che la avvolgono e che la accolgono, si, ce l’ho in bocca, Marco sospira profondamente, mi spinge con le mani e contemporaneamente alza il bacino, così da farmi entrare almeno mezzo cazzo in gola, mi sento soffocare, è la prima volta, mi sembra immenso, non so quanto posso resistere, inizia a crescere la salivazione, la mano di Marco mi prende per i capelli e inizia a muovermi su e giù la testa, sento di poter respirare, ma non voglio staccarmi, la mia bocca segue il contorno della sua asta, su e giù, per una decina di volte, mi sussurra che gli sta piacendo moltissimo, che avrebbe voluto farlo ancora l’anno scorso, non fa a tempo a finire la frase che inizia a schizzarmi in gola il suo sperma, caldissimo, mi stacco velocemente tossendo, lui intanto sembra una fontana, è tutta una convulsione, si contorce peggio che nei film che vedevamo…
Dopo qualche attimo di imbarazzo, ci ricomponiamo, gli faccio notare di non aver gradito la cosa, che mi doveva avvertire, e che mi ha lasciato con la voglia, voglia che gli faccio notare appoggiando le mani sul mio pacco, sopra i pantaloncini, così da far evidenziare la mia erezione, che nonostante il disgusto provato al contatto con il suo sperma, non è calata di un millimetro.
Si mette a ridere, mi appoggia la mano sul pene, inizia a massaggiarlo, lui è seduto sul bordo del letto, con il petto ancora sporco del suo seme, io sono in piedi davanti a lui, mi abbassa i pantaloncini, rimango in slip, inizia a chiedersi cosa può essere avere un cazzo in bocca, lo fa sempre tenendo una mano appoggiata, mano che mi stringe, che si muove e mi masturba da sotto gli slip, si decide e a toglierli, mi guarda, si alza, ride e va verso il bagno, lo sento armeggiare con l’acqua, intanto mi distendo, mi sono tolto anche la maglietta, lo sento tornare, è dietro di me che armeggia con un cassetto, poi lo vedo apparire, si è dato una rinfrescata, si sistema tra le mie gambe che nel frattempo ho divaricato, me lo prende in mano, inizia a masturbarmi, lo fa con una grazia che non ricordavo, un pensiero mi balena nella mente, se in questo inverno abbia avuto altre esperienze, perché da ragazzino acerbo è diventato un tipo niente male….
Mi guarda, si ferma, stacca la mano e prende qualcosa, lo vedo armeggiare qualche secondo e alla fine mi mostra un preservativo, cerca di infilarmelo, un po’ a fatica ci riesce, riprende a masturbarmi, è la prima volta che ne indosso uno, è una sensazione piacevole, la testa di Marco si abbassa, mi sento avvolgere la punta le pene, sento la sua lingua fare dei movimenti tutto attorno, lo riprende in bocca, inizia ad andare sue giù, mi sta regalando il mio primo pompino, che bella sensazione, due, tre, quattro volte è sceso con la bocca, alla quinta gli ho restituito il favore, solo che lui, più furbo, me lo ha incappucciato, gli sono venuto in bocca, se così possiamo dire, mi sento in paradiso….
Continua a tenerselo in bocca, e vedo che la mia erezione non scende, ricomincia a masturbarmi piano, mano e bocca allo stesso ritmo, adesso però ho la cappella sensibilissima, mi fa male, glielo dico, si ferma, mi toglie il preservativo, pieno di sperma, lo mette da parte, scende nuovamente e questa volta mi lecca i testicoli, con la lingua scende, sempre più verso il mio buchetto, un brivido mi attraversa la spina dorsale nel momento in cui la sua lingua preme contro di esso…
Lo blocco….
“No Marco, li no per favore, non me la sento…”
“Fidati Fede….”
Un bruciore assurdo, nel momento in cui mi ha messo un dito dentro, dallo spavento sono saltato sul letto a imprecare, lui se la ride intanto, si avvicina, mi fa una carezza sulla guancia, mi sussurra che se voglio posso farlo io a lui, che l’ha già fatto un paio di mesi fa, e che vorrebbe tanto….
Sgrano gli occhi, mi guarda, e inizia a raccontarmi…..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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